La maturità digitale secondo i Digital Innovation Hub
22/11/2018
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I risultati di un primo assessment effettuato dal Digital Innovation Hub Lombardia sullo stato di digitalizzazione di un primo centinaio di aziende indica che mentre le imprese hanno lavorato sulla trasformazione digitale del processo di produzione e nella qualità, mentre poco è stato invece fatto su tutti gli altri ambiti, ovvero value chain, logistica, vendita e marketing. Su queste aree è quindi necessario concentrare maggiori sforzi, dal momento che il piano Calenda ha consentito alle imprese di migliorare i processi di produzione rinnovando macchinari e attrezzature, ma nulla è stato fatto nello specifico per le altre parti della catena del valore, rendendo di fatto la trasformazione digitale zoppicante e incapace di produrre i reali benefici che le aziende potrebbero ottenere.

La rete dei DIH italiani comprende 22 punti, e il DIH Lombardia, oltre alla sede centrale di Milano, attiva già dall’inizio del 2018, ha antenne territoriali in tutta la regione. Primo compito dei DIH è quello di fare una valutazione dello stato di maturità digitale delle imprese nelle aree di competenza, analizzando quattro dimensioni: organizzazione, con analisi della struttura organizzativa sottesa all’esecuzione dei processi, esecuzione, per comprendere come un processo è eseguito, monitoraggio e controllo, per l’analisi della misura dei KPI di un processo, e tecnologie, che mappa le soluzioni IT impiegate a supporto dei processi. Le quattro dimensioni sono analizzate nei macroprocessi che compongono tutta la catena del valore di un’impresa, R&S, produzione, qualità, supply chain, logistica, marketing, vendite e customer care e, infine, risorse umane.

Gianluigi Viscardi DIH Lombardia Fabbrica Intelligente“Il ruolo dei DIH è quello di fare da medico di base agli imprenditori – spiega Gianluigi Viscardi, presidente del Consiglio direttivo del Digital Innovation Hub Lombardia e del Cluster tecnologico Fabbrica Intelligente -. Alle aziende viene fatto un check-up completamente gratuito, esattamente come la sanità pubblica: per fornire il servizio Confindustria ha investito oltre 3 miliardi. Si tratta di un passaggio necessario perché in questo momento c’è molta offerta sulla digitalizzazione e gli imprenditori hanno bisogno di essere accompagnati. Devono prima sapere qual è il loro stato di salute generale e poi scegliere lo specialista da cui andare, e il tipo di cura da seguire. L’accesso al sistema è allargato a tutti, anche alle imprese non associate a Confindustria”.

 

Le informazioni rilevate vengono quindi raccolte in un report che il DIH Lombardia rilascia ad ogni singola impresa: oltre alla misurazione della maturità digitale, il report riporta anche i trend relativi alla trasformazione digitale del settore di appartenenza dell’impresa, e include una prima proposta di roadmap per avviare la trasformazione digitale che si ritiene appropriata per ogni singolo soggetto. In questo modo l’azienda ha un’idea del suo posizionamento nel suo settore e del contesto generale, oltre a ricevere un suggerimento sul percorso da seguire. Obiettivo della rete nazionale dei DIH è anche quello di raccogliere dati per tracciare una stima del posizionamento del sistema industriale italiano, per identificare gli indirizzi strategici necessari allo sviluppo del processo di digitalizzazione del Paese. La rete dei DIH è infatti gestita centralmente da Roma, e qui confluiscono tutti i dati: quello che ancora manca è uno strumento di assessment nazionale unico a cui Confindustria Lombardia sta lavorando, che possa fornire risultati omogenei e paragonabili per un confronto efficace.

Dopo la diagnosi di base, il secondo compito dei DIH è quindi quello di accompagnare le aziende a toccare con mano progetti digitali già realizzati. Qui entrano in gioco le Fabbriche Faro, esempi concreti di digitalizzazione in impianti produttivi destinati al mercato che hanno la funzione di indicare la via al manifatturiero del futuro. Quattro sono in particolare i progetti di Lighthouse Plant già selezionati dal Cluster Fabbrica Intelligente in Italia per conto del Mise, negli impianti innovativi di Ansaldo Energia a Genova, Hitachi Rail, Tenova-Ori Martin di Brescia e di ABB a Dalmine.

Se Industria 4.0 si è focalizzata sull’implementazione delle tecnologie abilitanti, l’Industria 5.0 si estende ed abbraccia le problematiche socio-ecologiche.

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